Lo
Sport fa bene!
Chi fa Sport vive sano!
Lo Sport aiuta a sfogarsi!
Il cervello di chi fa attività fisica produce endorfine!
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Ma
allora perché molti atleti sono depressi?
Uno
dei disturbi psichici più studiati rispetto allo sport è la
depressione.
Da una parte numerose ricerche hanno recentemente dimostrato come una regolare attività fisica sia in grado di stimolare un miglioramento dello stile di vita nelle persone che soffrono di depressione, dall’altra ci si chiede come mai proprio gli atleti sono una parte di popolazione a rischio depressione.
Da una parte numerose ricerche hanno recentemente dimostrato come una regolare attività fisica sia in grado di stimolare un miglioramento dello stile di vita nelle persone che soffrono di depressione, dall’altra ci si chiede come mai proprio gli atleti sono una parte di popolazione a rischio depressione.
La
depressione può essere intesa come una serie di sensazioni negative
quali tristezza, rallentamento mentale, mancanza di concentrazione,
la perdita di interesse per le attività abituali e l’incapacità
di pensare ad un futuro positivo.
Non
sono rari, purtroppo, episodi di grandi atleti che, dopo una serie di
successi o dopo una medaglia d’oro, si trovano in difficoltà,
spariscono dalla circolazione, imboccano la strada dell’alcol,
della droga, del doping o vivono situazioni di vuoto esistenziale di
cui non riescono a vedere vie d’uscita.
Esempi
di atleti di alto livello che cadono nel baratro della depressione ci
suggeriscono che per essere campioni nello sport agonistico non è
sufficiente solo avere il fisico, ma, e direi, soprattutto, avere un
buon equilibrio psicologico.
Il
senso del vuoto ha toccato le vite e le carriere di molti atleti. Per
citare solo alcuni esempi ricordiamo la depressione sfogata
nell’alcolismo del calciatore Adriano, oppure la situazione del
tennista André
Agassi(raccontata
nella sua autobiografia), o al nuotatore Ian
Thorpe,
fino ad arrivare all’evento più tragico e definitivo: il suicidio,
per esempio del portiere tedesco Robert
Enke o
del ciclista Marco
Pantani.
Da
una recente ricerca, si evidenzia che il 20% degli atleti soffrono di
depressione, e la percentuale aumenterebbe al 50% se si considerano
gli atleti di fine carriera.
Quando
una persona fa dello sport, il suo lavoro (e la sua vita!) rischia
che il fallimento di una performance, un evento negativo, un
infortunio, il non raggiungimento di un traguardo o la perdita di una
competizione importante, possano significare, per chi non ha un buon
livello di autoconsapevolezza, il fallimento di sé!
Il giudizio di valore che ci si dà come sportivo diventa il giudizio di valore della persona stessa, ed espone alla messa in discussione dell’intera vita.
Il giudizio di valore che ci si dà come sportivo diventa il giudizio di valore della persona stessa, ed espone alla messa in discussione dell’intera vita.
molto
spesso questi atleti hanno un vissuto personale, nascosto dai
riflettori, in alcuni casi è proprio la notorietà che amplifica le
condizioni personali di sconforto o tristezza, con il rischio di non
potersi dedicare profondamente e tranquillamente a se stessi.
L’equilibrio
psicologico degli sportivi può essere compromesso da:
- la fragilità individuale
- continui spostamenti di città e di relazioni affettive, per gare o per cambio di club.
- lo sguardo giudicante del pubblico spettatore
- la ricerca della perfezione)
Ricordiamo
che lo sportivo è prima di tutto una persona.
Identificare
le caratteristiche personali dell’atleta è fondamentale per una
sua gestione e per riconoscere eventuali cambiamenti di umore o di
condotta che possono essere i primi segnali di attenzione sullo stato
emotivo e psicologico dell’atleta. Se, per esempio, in tempi brevi
l’atleta modifica il suo atteggiamento verso lo sport, lamenta
stanchezza o svogliatezza, varia incomprensibilmente il suo
rendimento o il modo di relazionarsi con l’allenatore o i compagni,
non va trascurata l’ipotesi di una compromissione a livello
psicologico, soprattutto se questo non trova spiegazioni legate ad
altri eventi di vita.
Attenzione
a non identificare tutto come depressione però!
La
figura dello Psicologo dello Sport offre consulenza e formazione
affinché l’insorgere di un eventuale disturbo psicologico, come
appunto la depressione, sia interpretato nella specificità del caso
singolo, considerando la storia individuale e le esperienze proprie
di quel determinato atleta.
Quindi,
un consiglio! Se si pratica sport agonistico e/o ad alti livelli, è
necessario allenare oltre al fisico, anche la propria mente, nel
senso di essere consapevoli di sé, dei propri limiti, delle proprie
potenzialità, dei propri valori e quindi del proprio equilibrio!
A questo dobbiamo aggiungere nel nostro caso di isolani le troppe difficoltà per la partenza domenicana ,dove molti ragazzi preferiscono fare tardi la notte del sabato ,per poi appendere la partenza , quindi la maggior parte preferisce farsi la partitina nel campetto della parrocchia , purtroppo si sa che per raggiungere obbiettivi soddisfacenti bisogna sacrificarsi, nel nostro caso abbiamo costatato che il 50% degli atleti che hanno passato nel tiro con l'arco si sono arresi alle prime difficoltà .
BY B.D.M.