Donne sportive atlete da 0 a 100 anni
L'arco
Club Capri nato nel 1999 è stato il primo gruppo sportivo sull'isola
che ha dato possibilità alle donne che amano e praticano sport a
qualsiasi livello, qualsiasi età,di cimentarsi nel tiro con
l'arco,le donne che credono che lo sport sia un grande aiuto per
l'emancipazione personale, per prevenire malattie, per divertirsi,
per trovare amici, per adottare uno stile di vita sano, sobrio e
equilibrato. Possono venirci a trovare in palestra via fenicia 5
palestra 1 siamo aperti dal 3 settembre 2013 dalle ore 18,00 per info scrivi arcoclucapri@libero.it
parte della storia
dello sport femminile e medicina dello sport
Alcune istituzioni, nel 1932, dimostrano rinnovato interesse per l’atletismo femminile, tra esse la FIAF (Federazione italiana atletica femminile) e l’Accademia femminile di educazione fisica. Con l’approvazione della Carta dello Sport, il settore femminile passa a pieno titolo sotto il controllo del CONI, ma in seguito alla firma dei Patti Lateranensi il regime si scontra con la visione del Vaticano, che considera lo sport come un ostacolo al matrimonio e alla maternità. Non piacciono a Papa Pio XI l’esaltazione delle prestazioni fisiche, presupposto di una possibile degenerazione dei costumi. Lo scontro è netto e il fascismo deve cedere. Ne scaturisce, in riferimento alla figura della donna nello sport, la delega alla Federazione medici sportivi, affinché fissi i limiti dell’attività sportiva consentita alle atlete di sesso femminile. Non si parla più di sport vero e proprio per le donne, ma di attività moderatamente sportiva. Il fascismo, insomma, si arrende all’idea di sport come fattore dannoso per la salute della donna. La Gioventù italiana del Littorio tenta di opporsi a queste concezioni proclamando che la forza del popolo non risiede nei soli uomini ma anche nelle donne, ma senza alcun risultato.
Sono
gli anni della Scuola superiore fascista di magistero per
l’educazione ginnico-sportiva che opera sotto il controllo diretto
dell’Opera nazionale Balilla, quest’ultima incaricata di
provvedere all’educazione fisica dei giovani dai 6 ai 17 anni. A
livello universitario impazzano i Giovani universitari fascisti
(GUF), il cui motto è l’arcinoto “libro e moschetto: fascista
perfetto”. All’interno dei GUF si organizzano i Littoriali della
cultura, dell’arte o dello sport, mentre la specializzazione nelle
attività sportive è demandata al CONI (a parte le gare della
Milizia volontaria e una ridotta autonomia del Dopolavoro). Nel 1937
l’Opera nazionale Balilla e i fasci giovanili di combattimento si
fondono dando vita alla Gioventù italiana del Littorio, tesa al
miglioramento fisico, non più all’educazione di stampo prettamente
militare. Ma il massimo degli sforzi il fascismo lo opera nei
confronti dell’educazione fisica dei bambini con il potenziamento
delle colonie estive. Non più, come in passato, ospedali per bambini
malati, le colonie assumono una connotazione preventiva. Vi si
privilegiano le attività di tipo ludico, anche se non ci si
dimentica che bambini sani e forti possono dare vita a un esercito
forte.
L’Opera nazionale Dopolavoro durante il Ventennio è un ente autonomo, con piena personalità giuridica, svincolato dal CONI e dalle federazioni sportive nazionali. Gli iscritti all’OND godono di numerosi vantaggi, tra i quali la possibilità di avvicinarsi allo sport anche in età adulta, scegliendo attività sino ad allora considerate d’élite. L’OND organizza competizioni, in ambito dopolavoristico, indipendentemente dal CONI, impegnandosi a dare al comitato olimpico o alle varie federazioni informazioni relative agli atleti di interesse nazionale.
Nel periodo, la Federazione italiana medici sportivi conta quasi 1500 iscritti e nelle principali città si tengono conferenze sull’importanza del ruolo del medico dello sport fino a proporre l’insediamento della Medicina dello sport nelle Università italiane. Alla FIMS, assoggettata al controllo del CONI diretto da esponenti del regime fascista, viene delegato nel 1940 il ruolo di servizio medico. Un declassamento, a guardar bene.
L’Opera nazionale Dopolavoro durante il Ventennio è un ente autonomo, con piena personalità giuridica, svincolato dal CONI e dalle federazioni sportive nazionali. Gli iscritti all’OND godono di numerosi vantaggi, tra i quali la possibilità di avvicinarsi allo sport anche in età adulta, scegliendo attività sino ad allora considerate d’élite. L’OND organizza competizioni, in ambito dopolavoristico, indipendentemente dal CONI, impegnandosi a dare al comitato olimpico o alle varie federazioni informazioni relative agli atleti di interesse nazionale.
Nel periodo, la Federazione italiana medici sportivi conta quasi 1500 iscritti e nelle principali città si tengono conferenze sull’importanza del ruolo del medico dello sport fino a proporre l’insediamento della Medicina dello sport nelle Università italiane. Alla FIMS, assoggettata al controllo del CONI diretto da esponenti del regime fascista, viene delegato nel 1940 il ruolo di servizio medico. Un declassamento, a guardar bene.