Ricordiamo di optare con programmi precisi senza "strafare"
Che
cosa fare quando il problema non è una malattia cronica, ma un
trauma che ha messo fuori uso un'articolazione o la piena
funzionalità dell'organismo? Si potrebbe essere tentati di pensare
che in questi casi tornare subito a praticare un'attività sportiva
sia insensato. Invece lo sport entra a far parte della riabilitazione
dopo i traumi e ne è addirittura una parte imprescindibile, come
spiega Giuseppe Porcellini, direttore dell'Unità di chirurgia della
spalla all'ospedale Cervesi, di Cattolica, relatore a Rimini Wellness
della preparazione atletica nella riabilitazione. «Purtroppo è più
semplice decidere di sottoporsi a un ciclo di infiltrazioni di
antinfiammatori che sforzarsi di trovare mezz'ora per sé tutti i
giorni, così da praticare un'attività che aiuti a recuperare la
funzionalità perduta dopo un trauma - osserva lo specialista -.
Infatti non bisogna mai smettere di muoversi, neppure dopo un
incidente che abbia lesionato un tendine o un'articolazione:
l'importante è muoversi nel modo corretto, seguiti da un medico e da
un fisioterapista. Se, infatti, tanti credono di doversi
immobilizzare, molti altri al contrario pensano che più si allenano,
più sarà rapido il recupero: non è così, i processi biologici di
riparazione hanno tempi che non si possono imporre. Un tendine
lesionato, ad esempio, guarisce in un mese e mezzo e forzare la mano
per accelerare è inutile e dannoso: esagerare con i carichi di
allenamento può creare una recidiva o infiammare le strutture».
DIAGNOSI -
Il ritorno a un'attività fisica è importante anche per il morale di
chi si è fatto male, magari proprio durante la partita di calcetto
con gli amici o il doppio a tennis in vacanza: «Vale per gli atleti
ma anche per le persone comuni - dice Porcellini -. Tornare a
muoversi presto dopo un trauma incide positivamente sull'umore e oggi
sappiamo che una buona condizione psicologica è legata a doppio filo
con un recupero migliore e più veloce. Il primo passo, il più
importante, è avere una diagnosi corretta del trauma subìto :
tantissimi si sobbarcano cure fisiche di ogni tipo dopo un'incidente
qualsiasi senza che si sia davvero individuato che cosa non va
nell'articolazione coinvolta, se c'è una lesione al tendine, a una
cartilagine o altro. Quindi il paziente deve impostare il lavoro da
fare con un medico e un fisioterapista, per poi portarlo avanti a
casa attraverso la pratica quotidiana degli esercizi che può fare da
solo. Occorre pazienza, certo, ma funziona: i casi più difficili
sono proprio i pazienti che dichiarano di non avere tempo per fare
sport per la riabilitazione».
QUALI
SPORT - La sport-terapia è preziosa anche quando il trauma
lascia una disabilità molto seria, come in chi subisce una lesione
al midollo spinale: in questi casi attraverso una pratica sportiva il
paziente para o tetraplegico può recuperare il massimo di autonomia
e mobilità concesse dalla sua condizione, oltre a ottenere indubbi
vantaggi sul tono dell’umore e il benessere generale, perché ad
esempio si riduce il rischio cardiovascolare che, in chi è
forzatamente immobile, può aumentare non poco. Sport indicati dopo
un trauma spinale grave sono, fra gli altri, l'atletica e il basket,
che migliorano l'autonomia e la capacità di muoversi sulla sedia a
rotelle, ma anche il nuoto, che tonifica i muscoli rimasti attivi e
favorisce la funzionalità respiratoria, o attività come il ping
pong e il tiro con l'arco, che
rinforzano gli arti superiori e aiutano a ritrovare un buon
equilibrio del tronco. Anche in questo caso non bisogna aspettare
chissà quanto a muoversi, ma iniziare prima possibile: all'ospedale
Niguarda di Milano, ad esempio, è attivo da dieci anni un progetto
di sport-terapia a inizio precoce per i pazienti con lesioni
midollari, attraverso il quale si comincia a tornare al movimento
mentre si è ancora ricoverati.
Buona salute by B.D.M.
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