5 aprile 2014

La tensione durante la gara

 La pressione della gara                                                   
La tensione durante le gare
come risolvere il problema
Durante le gare normalmente non si è preparati a padroneggiare la tensione a cui si è sottoposti: tirare sotto tensione è quindi sempre un grosso problema per tutti, a meno di non essere uno dei veramente pochi arcieri che hanno già imparato a padroneggiare i propri nervi in queste situazioni.
Se si tira per il piacere di farlo è sufficiente allenarsi per colpire regolarmente il centro del bersaglio, ma se si vuole eccellere nelle gare, oltre al normale allenamento occorre un allenamento specifico, particolare, per saper tirare bene anche quando si è sotto tensione.
Tirare bene quando si è nervosi, ansiosi, impauriti o eccitati non è una cosa naturale: ci si deve quindi allenare per essere in grado di acquisire questa abilità
Perché essere nervosi è un problema.
È perfettamente normale essere nervosi quando si è sotto tensione. Rappresenta un problema perché in questi casi si tende a controllare il tiro, senza lasciare che il subconscio lavori in modo autonomo, come dovrebbe. Si pensa inconsciamente che controllando il tiro si riuscirà meglio, e così si sbaglia.
Come fare per tirare bene sotto tensione
PrimoAmmettere che sotto tensione si è portati a non eseguire bene la sequenza di tiro.
Secondo: Riconoscere che il motivo per cui questo succede è dovuto al flusso di adrenalina che entra nella circolazione sanguinea in queste occasioni.
TerzoEsporre sé stessi a situazioni tali che possano provocare un innalzamento del livello di adrenalina nella circolazione sanguinea ed allenarsi in queste situazioni, per simulare le condizioni che si incontreranno durante le gare.
Per allenarsi si può:
1.  tirare in competizione con altri amici, ponendo un premio per chi vince ed una penale per chi perde (scommettere soldi, una cena . . .);
2.  tirare di fronte a molti spettatori che commentano i tiri fatti;
3.  tirare mentre ci sono disturbi creati appositamente: rulli di tamburo, grida, insulti a chi tira, musica che non piace ad alto volume, ecc.;
4.   fare in modo che ci sia qualcosa, qualsiasi cosa, che dà fastidio, che crea distrazione a chi sta tirando.
Il tutto perché si arrivi con l’allenamento a restare in queste difficili situazioni concentrati, con la mente conscia sulla mira ed col subconscio sul controllo del tiro, in modo da essere in grado di esserlo anche quando si sarà sottoposti alla tensione della gara.
Un programma di allenamento specifico suggerito dall’autore è il seguente.
Partendo da un bersaglio per tiro INDOOR con 3 centri (giallo = 8 cm; vecchio 10 = 4 cm; nuovo 10 = 2 cm), fare delle fotocopie con riduzione 87,5%; 75%; 62,5%; 50%; 37,5%; 25%.
Tirare al bersaglio riduzione 25% da 4,5 m, sistemando il mirino in modo da colpire il centro del bersaglio. A questa distanza si vedrà un bersaglio molto piccolo, ma di grandezza apparente pari a quella del bersaglio originale visto dalla distanza di 18 m (riduzione al 25% del bersaglio =     = riduzione al 25% della distanza). Sarà però più facile colpire il centro perché il movimento del mirino sul bersaglio sarà meno evidente. Tirare 3 volée di 3 frecce, che dovranno colpire tutte nel 10 vecchio (in origine di 4 cm): se non sarà così, ripetere le 3 volée, e continuare a ripetere la serie di tiri fino a che non si farà sempre centro con tutte e 9 le frecce.
Tirare poi agli altri bersagli, da distanze sempre maggiore, tali da farli apparire sempre di grandezza apparente simile:   25% = m 4,5;   37,5% = m 6,75;   50% = m 9;   62,5% = m11,25;    75% = m 13,5;   87,5% = m 15,75;   infine tirare da 18 m sul bersaglio normale.
Anche si il bersaglio sarà sempre di grandezza apparente simile, sarà sempre più difficile fare centro a causa del movimento del mirino sul bersaglio sempre più evidente.
Ogni volta tirare le 3 volée di 3 frecce, ed ogni volta ripetere la serie di tiri sino a che non si colpirà sempre il centro prima di variare distanza e bersaglio: se si vuole rendere la prova più impegnative, tornare da capo, tirando da 4,5 m al bersaglio riduzione 75%, ogni volta che si sbaglia una serie di tiri.
Questo esercizio porrà sotto tensione l’arciere che si impegna per arrivare alla sua conclusione, lo terrà sotto stress, farà scorrere l’adrenalina nel suo sangue, lo allenerà a colpire il centro anche in questa situazione, simile alla gara.
L’esercizio può essere modificato, secondo l’abilità e le necessità dell’arciere, purché sia sempre mantenuta una sequenza di tiro che rende progressivamente più difficile la sua esecuzione.
Quarto:La mente conscia può seguire un solo pensiero per volta e questo deve essere la mira.
Fare attenzione e notare a) quello che si pensa mentre si è sotto tensione, e b) se si ha uno schema di pensiero.
Probabilmente si constaterà che non ci si concentrerà solo sulla mira dal momento in cui si fa partire il motore del tiro sino alla conclusione: il pensiero si muoverà dalla mira al controllo del tiro, e viceversa, tornando su punti della sequenza che dovrebbero essere affidati al subconscio. Occorre arrivare a fidarsi completamente del subconscio anche in queste occasioni. Può aiutare il ripetere a sé stessi “mira, mira, continua a mirare, concentrati sulla mira . . . “
Quinto:L’ansietà, il nervoso, sono semplicemente un processo mentale, uno stato della mente che provoca l’emissione di adrenalina nel sangue, che a sua volta scuote il corpo e porta a sbagliare.
Sesto:Non si può pensare ad essere nervosi o a bloccarsi se la mente è impegnata a mirare: si può pensare ad una sola cosa per volta! Scegliere di pensare solo alla mira, e si riuscirà bene nel tiro.
Un’altra tecnica che può essere usata per riuscire quando si tira sotto tensione è il cercare di riconoscere uno schema negli errori che si commettono in gara, cercare di imparare dai propri errori. Lo si può fare prendendo nota durante le gare dei risultati che si ottengono, tiro per tiro. Esaminando le registrazioni di diverse gare, si può vedere se esiste uno schema negli errori e capire in che occasione ed in che modo si sbaglia: si è così in grado di riconoscere i propri punti deboli e di correggerli.

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