Un buon
allenatore non dovrebbe mai abbandonare l’idea di essere anche uno
sportivo praticante. In questo modo, oltre a preservare la propria
salute, avrà la possibilità di analizzare le conoscenze con occhi
sempre nuovi, sperimentando su se stesso le conclusioni personali e
verificandone la validità. Ciò rafforzerà le sue convinzioni e gli
permetterà di trasmettere agli atleti le giuste sensazioni in
merito.
credo che l’allenamento sul campo o in palestra resta il vero centro della preparazione sportiva; qualsiasi metodologia di allenamento o strumento di valutazione non può aiutare a ottenere risultati concreti se si perde il contatto diretto con gli atleti, sono loro che vanno scoperti e conosciuti molto prima di qualsiasi teoria.
Gli atleti riescono a trarre il massimo giovamento dal lavoro con un allenatore se lo considerano autorevole. Essere autorevole, che non significa necessariamente essere autoritario, non dipende dalla competenza ma dal comportamento, significa essere coerente, disponibile e interessato a condividere gli obiettivi.
L’atleta che dopo una vittoria ostenta presunzione è un atleta stressato e al minimo intoppo sarà destinato ad affrontare una serie di gravi sconfitte. Per non drammatizzare le sconfitte bisognerà insegnare ai propri atleti come valutare con obiettività le vittorie.”e la sconfitta”
In linea di massima per avere dei buoni risultati serve una grande collaborazione reciproca tra atleta e allenatore
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