20 novembre 2013

Pisicologia dello sport

Come siamo fatti strani:
  • si perde più che vincere
  • è facile infortunarsi
  • è una carriera breve
  • si è vecchi nello sport quando gli altri sono ancora giovani
  • bisogna seguire uno stile di vita abbastanza duro
  • molti conducono una vita nomade
  • bisogna sempre dare il massimo e spesso non basta
  • se non vinci si diffonde l’idea che sei finito

ciononostante  la passione che ci governa ci fa continuare contro ogni logica.




Le emozioni dell’atleta
L’educazione alle emozioni e la gestione delle emozioni

Il lavoro sull’educazione delle emozioni è una tematica che viene ribadita, ormai da anni, anche dalla OMS che ritiene la competenza emotiva (intesa come consapevolezza di sé, riconoscimento e gestione positiva delle emozioni e dello stress) come una delle numerose life skills da promuovere per aiutare i ragazzi ad affrontare le problematiche dello sport e, più in generale, della vita. Si afferma, quindi, la necessità di promuovere l’educazione al riconoscimento e alla gestione delle emozioni soprattutto per quegli allenatori che lavorano con i giovani. Il loro compito infatti non è solo quello di insegnare un gesto tecnico, ma è soprattutto quello di educare. E’ importante capire che ogni atleta, in quanto persona unica ed irripetibile, è diverso: una stessa situazione di gara, per esempio, può essere vissuta da un atleta in modo positivo ed eccitante mentre per un altro può essere fonte di ansia e di paure. E’ attraverso un lavoro di consapevolezza del proprio livello di attivazione, del proprio livello di ansia, delle proprie emozioni che si riesce a vivere in modo salutare e positivo ogni evento sportivo, accettando ed accogliendo i rischi di ogni situazione e le conseguenze dei propri comportamenti. L’allenatore insegna al giovane atleta che anche dalle sconfitte si può imparare: accettando le emozioni negative che in quei momenti si provano, imparando a tollerare la frustrazione e cercando poi di proseguire con nuovi obiettivi, avendo acquisito un bagaglio emotivo sempre più ricco ed una sempre più approfondita consapevolezza di sé.

Concentrazione nel Tiro

Lo stress lo accumuli se pensi al risultato nelle finali di campionato italiano sapevo che tutti guardavano il tuo atleta ma convogliavo la mente su quello che serviva sapevo che l'avversario era forte mi aveva raggiunto, e questo fattore mi poteva distruggere quindi cercavo di fare in modo di far rilassare l'atleta inventando anche delle balle, l'atleta pensa in quel momento “se io faccio uno zero mi si mangia” non posso  sbagliare mi devo concentrare  solo sul mio gesto tecnico.questa e parte di quello che ti passa per la testa. Sono 10 anni che osservo i miei ragazzi è quasi sempre mi accorgo che c'è sempre da imparare ,spesso noto che ragazzi che vengono li giusto per divertirsi impegnandosi meno di quelli che si allenano sono meno emotivi, forse perché non hanno niente da perdere.Inoltre si da troppo peso alla competizione che ti aspetta, arrivare verso la competizione senza l'ansia di sicuro  aiuta , dobbiamo considerare che la maggior parte dei ragazzi arriva agli allenamenti già stressati dagli studi, quindi in quell'ora che per loro dovrebbe essere un ora di relax diventa stressante vedere che non si raggiunge il punteggio desiderato.
Per questo motivi molti ragazzi preferiscono uno sport dove e facile nascondersi senza esprimersi di prima persona ,ma questo e solo uno dei tanti motivi.
buona lettura 

By B.D.M.

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