29 aprile 2013

giochi della gioventù fase 1



Dai Giochi della Gioventù ai Giochi Sportivi Studenteschi . . .
nota di riflessione per quella classe di dirigenti  che fanno in modo che sparisca del tutto !!!!!!
Quando gli studenti italiani, sulla spinta dei coetanei parigini, scesero in piazza e occuparono le università per manifestare il profondo malessere che li affliggeva, non immaginavano neppure che sarebbero passati alla storia come "sessantottini". Né, tanto meno, di dare un contributo determinante alla nascita dei Giochi della Gioventù. Nel Consiglio Nazionale del Coni del 12 giugno 1968 il presidente Giulio Onesti parlò appunto della contestazione giovanile in atto e annunciò l'istituzione di "un settore operativo dedicato alle manifestazioni giovanili di massa" e di "un'attività che deve rivolgersi non più a poche migliaia di giovani, ma a milioni".

E' improprio sostenere, come qualcuno ha fatto, che furono influenti i risultati modesti della squadra azzurra ai Giochi Olimpici di Città del Messico, per il semplice motivo che i Giochi della Gioventù furono pensati molto prima. L'approvazione ufficiale avvenne il 3 settembre 1968, ma già una circolare del 29 agosto ai comitati provinciali del Coni forniva le norme principali della manifestazione: età di ammissione 11-15 anni; programma: atletica leggera, ciclismo, ginnastica, nuoto, pallacanestro, pallavolo e sci ( per l'inverno 1969-70); fasi locali, provinciali, interprovinciali, e nazionale a Roma dal 29 giugno al 6 luglio 1969 per le rappresentative di tutte le 92 province esistenti. E la disposizione che "anche nelle località ancora prive di qualsiasi impianto potranno essere organizzate prove di facile attuazione come corsa su strada, lanci, salti, ecc."

L'entusiasmo con cui fu accolta l'iniziativa fece andare ben oltre gli operatori di base, che su strade e piazze, ma anche su prati e cortili fecero disputare non solo le gare di atletica leggera, ma anche la ginnastica e gli sport di squadra. Come la definì Onesti, fu una pacifica rivoluzione, alla quale, malgrado la relativa improvvisazione, presero parte mezzo milione di ragazzi per attirare l'attenzione dei pubblici poteri sull'importanza formativa dello sport e, nello stesso tempo, sulla grave carenza di impianti sportivi.

Una lettera di Onesti invitò i sindaci di tutti i Comuni d'Italia a collaborare, il ministro della Publica Istruzione Sullo con due circolari invitò le scuole a partecipare e a concedere l'uso delle palestre per le gare.
Un'autentica apoteosi furono le finali nazionali romane con cinquemila partecipanti e una solenne Giornata Olimpica sul piazzale del Campidoglio.

Da quel grandioso successo, ottenuto grazie al generoso impegno di migliaia di volontari in tutta l'Italia, i Giochi della Gioventù presero il volo, finendo per diventare in breve la più importante manifestazione giovanile italiana e una delle più importanti d'Europa.

La partecipazione andò via via aumentando fino a superare i tre milioni e mezzo alla fine degli anni '70. Il programma si estese a sua volta fino a comprendere oltre cinquanta discipline, praticamente quasi tutti gli sport esistenti, con diecimila partecipanti alle finali nazionali.

Mentre, come annunciato, nel 1970 fu disputata la prima finale nazionale dello sci, nel 1974 si svolse la prima edizione dei Giochi della Gioventù di corsa campestre, un'attività destinata a occupare un posto di primo piano in una manifestazione dalle spiccate finalità promozionali. Nello stesso anno, appena cinque anni dopo l'istituzione dei Giochi, venne siglato dal ministro Franco Maria Malfatti e dal presidente del Coni Giulio Onesti lo storico accordo in base al quale la manifestazione venne promossa congiuntamente dal ministero della Pubblica Istruzione e dal Comitato Olimpico, facendo il suo ingresso ufficiale nella scuola, compresa quella elementare, limitatamente al secondo ciclo. Dal 1977, per sopperire alla momentanea sospensione dell'attività sportiva nella scuola secondaria superiore, nel programma dei Giochi della Gioventù vennero inserite gare anche per gli alunni di questo grado di studi, per i quali, sette anni dopo, nel 1984, verranno ripristinati i Campionati Studenteschi. Fu in questo periodo che la partecipazione alle finali nazionali estive toccò il tetto di 10.000 partecipanti. Sempre nel 1977, venne inoltre previsto un programma di attività anche per il primo ciclo della scuola elementare, estendendo così i Giochi della Gioventù all'intera popolazione scolastica.

Alle finali nazionali estive prendono abitualmente parte anche squadre provenienti da molte altre nazioni, sia europee sia extraeuropee, (Argentina, Belgio, Brasile, Canada, Germania, Kroazia/Slovenia, Lussenburgo, San Marino, USA, Svizzera e Venezuela) in rappresentanza delle relative comunità italiane all'estero. Questa partecipazione, resa possibile anche dalla collaborazione con il ministero degli Esteri, costituisce per i giovani di quelle comunità un importante momento di incontro con i coetanei della madrepatria. Dall'anno scolastico 1993-94 il programma dei Giochi della Gioventù è tornato ad essere circoscritto alle discipline ufficialmente praticate nella scuola: atletica leggera, ginnastica, nuoto, sci, calcio, pallacanestro, pallamano, pallavolo, le stesse del programma dei Campionati Studenteschi.

Merito fondamentale e indiscutibile dei Giochi della Gioventù è stato quello di aver introdotto nel potere pubblico e, in particolare nell'ambito della scuola, una forte sensibilizzazione nei confronti dell'attività sportiva, intesa come mezzo insostituibile nella formazione dei giovani, fin dalla scuola d'infanzia ed elementare. Ma non può essere trascurata la decisiva azione esercitata ai fini della soluzione del gravissimo problema degli impianti sportivi di base, la cui carenza, alla fine degli anni '60, era ancora la causa principale della scarsa partecipazione sportiva giovanile. Ruolo altrettanto determinante svolsero i Giochi della Gioventù nella soluzione dell'altro importante problema dello sport giovanile, quello dell'assistenza sanitaria, oggi ormai riconosciuta di competenza del servizio sanitario nazionale. Anche i coinvolgimenti fiscali connessi con lo svolgimento dell'attività sportiva hanno ottenuto consistenti agevolazioni grazie all'attenzione sollevata dai Giochi. Non meno importante, infine, è da considerare l'azione svolta dai Giochi della Gioventù nella capillare diffusione di un sano spirito sportivo e, nello stesso tempo, nella rivelazione di numerosi talenti, destinati ad arricchire considerevolmente le fila dello sport nazionale. A partire dal 1998 altro momento "storico" del lungo cammino dell'attività sportiva scolastica è l'istituzione dei Giochi Sportivi Studenteschi, diretta conseguenza di un rinnovato protocollo di intesa tra Coni e ministero dell’ Istruzione dell’ Università e della Ricerca (MIUR).

ora ci poniamo il quesito ci sono ancora persone che si pongono questi problemi?
meditate meditate ,
by B.D.M

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