7 aprile 2013

Attività Giovanile punto e basta




Oggi si sottolinea molto il valore
educativo dello sport ma si scivola
molto sulla retorica di ciò che è
educativo.

È vero, penso che si possa sterzare dal
punto di vista culturale con il costante
impegno quotidiano di ognuno (penso a chi
vive l’esperienza di dirigente sportivo in
parrocchia o in qualsiasi società sportiva)
è un lavoro immenso e faticoso quanto lo
è fare l’amministratore o il politico. Anche
il ruolo del dirigente sportivo e del tecnico
è un ruolo di grande rilevanza che spesso
viene trascurato, e allora la formazione in
questo senso andrebbe fatta con grande
convinzione. Non soltanto la formazione sulla
tecnica di gioco di un determinato sport ma la
formazione su tutti quelli che sono i principi,
i valori, gli obiettivi che una federazione
si dovrebbe porre. Se fossimo in grado di
riformare in questo senso: la federazione
individua per ogni categoria degli obiettivi
tecnici ma anche degli obiettivi parzialmente
morali, dato che nessuno ne parla. Uno
dei problemi è l’esasperare il risultato
dell’adolescente, illudendolo o forzando la
mano, chiedendo sforzi fisici troppo pesanti,
troppo presto: uno sforzo che logora anche la
gioia e il divertimento del gesto atletico. Lo
sforzo massimo atletico va compiuto quando
l’uomo è adulto e formato fisicamente e
l’individuo in ogni disciplina va tutelato nella
sua crescita fisiologica.
Questo è un tema sul quale il comitato
olimpico e le federazioni devono lavorare in
maniera più incisiva, consapevoli che è difficile
e che richiede tempistiche molto lunghe.

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