15 ottobre 2013

Gara di solidarietà patrocinata dal Comune di Capri
Capri tentostruttura la solidarietà sulla linea di tiro ,l'associazione caprese che sta svolgento questo percorsso di solidarietà e sport da qualche anno dopo Airola (BN) dove i proventi furono destinati all'associazione il Gabiano di Grottolella si ripropone a Capri per l'abulanza Croce Azzurra di Padre Pio .
Alle ore 10,00 si iniziava con un minuto di raccoglimento per le persone decedute a Lampedusa a seguire la gara che si è svolta in due fasi su 10 volee molti vincitori tra i quali anche i capresi , ma di sicuro a vincere e stata la “solidarietà”, subito dopo si è passati alla premiazione con la collaborazione del Sindaco sig. Ciro Lembo e rappresentanti dell'associazione Croce azzurra di Padre Pio, a seguire si è potuto gustare l'ottima cucina di Gennaro Apunzo che non si smentisce mai particolarmente quando si tratta di solidarietà.
Un ringraziamento a tutti i collaboratori dell'Arco Club Capri, ed i sostenitori all'evento : ditta edile C.G.E.srl del Sig Gerardo De Mase, Porta Costruzioni, Pensione Italia, ditta Euroalimentari di Maurizio Ruocco,
Gruppo Battellieri Capresi che ha provveduto con un offerta personale.
Inoltre si ringrazia la partecipazione degli Arcieri Normanni Aversa, Arcieri del Sannio Benevento,
Archery team ferraioli, di Pogiomarino, Arcieri del mare Molise.



La depressione da sport

Lo Sport fa bene!
Chi fa Sport vive sano!
Lo Sport aiuta a sfogarsi!
Il cervello di chi fa attività fisica produce 
endorfine!
Ma allora perché molti atleti sono depressi?
Uno dei disturbi psichici più studiati rispetto allo sport è la depressione.
Da una parte numerose ricerche hanno recentemente dimostrato come una regolare attività fisica sia in grado di stimolare un miglioramento dello stile di vita nelle persone che soffrono di depressione, dall’altra ci si chiede come mai proprio gli atleti sono una parte di popolazione a rischio depressione.
La depressione può essere intesa come una serie di sensazioni negative quali tristezza, rallentamento mentale, mancanza di concentrazione, la perdita di interesse per le attività abituali e l’incapacità di pensare ad un futuro positivo.
Non sono rari, purtroppo, episodi di grandi atleti che, dopo una serie di successi o dopo una medaglia d’oro, si trovano in difficoltà, spariscono dalla circolazione, imboccano la strada dell’alcol, della droga, del doping o vivono situazioni di vuoto esistenziale di cui non riescono a vedere vie d’uscita.
Esempi di atleti di alto livello che cadono nel baratro della depressione ci suggeriscono che per essere campioni nello sport agonistico non è sufficiente solo avere il fisico, ma, e direi, soprattutto, avere un buon equilibrio psicologico.
Il senso del vuoto ha toccato le vite e le carriere di molti atleti. Per citare solo alcuni esempi ricordiamo la depressione sfogata nell’alcolismo del calciatore Adriano, oppure la situazione del tennista André Agassi(raccontata nella sua autobiografia), o al nuotatore Ian Thorpe, fino ad arrivare all’evento più tragico e definitivo: il suicidio, per esempio del portiere tedesco Robert Enke o del ciclista Marco Pantani.
Da una recente ricerca, si evidenzia che il 20% degli atleti soffrono di depressione, e la percentuale aumenterebbe al 50% se si considerano gli atleti di fine carriera.
Quando una persona fa dello sport, il suo lavoro (e la sua vita!) rischia che il fallimento di una performance, un evento negativo, un infortunio, il non raggiungimento di un traguardo o la perdita di una competizione importante, possano significare, per chi non ha un buon livello di autoconsapevolezza, il fallimento di sé!
Il giudizio di valore che ci si dà come sportivo diventa il giudizio di valore della persona stessa, ed espone alla messa in discussione dell’intera vita.
molto spesso questi atleti hanno un vissuto personale, nascosto dai riflettori, in alcuni casi è proprio la notorietà che amplifica le condizioni personali di sconforto o tristezza, con il rischio di non potersi dedicare profondamente e tranquillamente a se stessi.
L’equilibrio psicologico degli sportivi può essere compromesso da:
  • la fragilità individuale
  • continui spostamenti di città e di relazioni affettive, per gare o per cambio di club.
  • lo sguardo giudicante del pubblico spettatore
  • la ricerca della perfezione)
Ricordiamo che lo sportivo è prima di tutto una persona.
Identificare le caratteristiche personali dell’atleta è fondamentale per una sua gestione e per riconoscere eventuali cambiamenti di umore o di condotta che possono essere i primi segnali di attenzione sullo stato emotivo e psicologico dell’atleta. Se, per esempio, in tempi brevi l’atleta modifica il suo atteggiamento verso lo sport, lamenta stanchezza o svogliatezza, varia incomprensibilmente il suo rendimento o il modo di relazionarsi con l’allenatore o i compagni, non va trascurata l’ipotesi di una compromissione a livello psicologico, soprattutto se questo non trova spiegazioni legate ad altri eventi di vita.
Attenzione a non identificare tutto come depressione però!
La figura dello Psicologo dello Sport offre consulenza e formazione affinché l’insorgere di un eventuale disturbo psicologico, come appunto la depressione, sia interpretato nella specificità del caso singolo, considerando la storia individuale e le esperienze proprie di quel determinato atleta.
Quindi, un consiglio! Se si pratica sport agonistico e/o ad alti livelli, è necessario allenare oltre al fisico, anche la propria mente, nel senso di essere consapevoli di sé, dei propri limiti, delle proprie potenzialità, dei propri valori e quindi del proprio equilibrio!
A questo dobbiamo aggiungere nel nostro caso di isolani le troppe difficoltà per la partenza domenicana ,dove molti ragazzi preferiscono fare tardi la notte del sabato ,per poi appendere la partenza , quindi la maggior parte preferisce farsi la partitina nel campetto della parrocchia , purtroppo si sa che per raggiungere obbiettivi soddisfacenti bisogna sacrificarsi, nel nostro caso abbiamo costatato che il 50% degli atleti che hanno passato nel tiro con l'arco si sono arresi alle prime difficoltà .

 BY  B.D.M.


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