11 febbraio 2013



        ALLENAMENTO  FAI DA TE:


                        Vi consiglio di soffermarvi sul primo passo, dove molti di voi saltano
Primo: rispettatevi.
Rispettare se stessi, il proprio corpo. Non aprire mai l’arco a muscolatura fredda, nemmeno per scherzo. Programmare ed eseguire degli esercizi di simulazione con elastico prima di ogni seduta di tiro. Correre, saltellare, fare dello stretching: qualsiasi cosa che permetta di mettere in moto tutto il corpo prima di cominciare a scoccare le frecceQuesto sicuramente aiuterà nel tiro e nella ripetitività dell’azione, ma, prima di ogni altra cosa, preserverà da infortuni e malanni. Ergo: vogliatevi bene e riscaldatevi a dovere!
Preoccupazioni.
Non aiutano, qualsiasi cosa si faccia, ed il tiro con l'arco non fa eccezione. Superare le preoccupazioni legate al materiale è il primo passo da fare per poter fare degli allenamenti proficui.
Quindi: curare per tempo i materiali.
Se si tira per la messa a punto del materiale non lo si fa per allenarsi a vincere. Certo si scoccano sempre delle frecce, certo ci si mette tutta la voglia di fare e la buona volontà:  ma tirare per vedere dove vanno le frecce e mettere a punto arco e frecce non è come allenarsi per colpire il centro del bersaglio. È un assunto vecchio quanto l'arcieria ed è assolutamente valido. Quando si sarà sicuri che l’arco e le frecce sono perfettamente a punto, allora e solo allora si potrà pensare di fare allenamenti seri per la competizione. Fare confusione al riguardo non può che complicare la vita.
E tenerli sotto controllo.
Non dovrebbe servire sottolinearlo, ma è sempre bene ricordarlo. Tenere un diario scritto sulle caratteristiche dei materiali usati e sul loro settaggio dovrebbe essere prassi comune a tutti gli arcieri. Tiller, brace, libbraggio, posizione del centro statico di tiro, dell'incocco, della peep, ecc. ecc. ecc. dovranno essere dati di sicura e pronta consultazione. Correggere immediatamente delle anomalie può essere uno scherzo se tutto è stato accuratamente annotato.
Comprese le frecce.
Il che significa numerare le frecce e tirarle sempre in modo ordinato. Gli impatti, una volta accuratamente marcati su dei fogli che riproducono il bersaglio (anche preparati a mano) serviranno sia da base per la selezione delle aste, sia a costruire una raccolta con l’indicazione degli errori più comuni che si verificano con la tecnica che si sta usando. Frecce basse a sinistra, errori clamorosi nel tiro dell’ultima freccia della volèe, o vedere che la freccia numero 6 continua a colpire il bersaglio sull'otto a mezzogiorno … sono tutti indizi importanti che permetteranno di risparmiare molto più tempo di quello speso per annotarli.
Riattivare la sequenza.
Prima di ogni allenamento è bene tirare due o tre volèe da sei frecce per essere in grado di riprendere le sensazioni e tutto quanto serve per eseguire dei buoni tiri. Durante questi tiri si ricorderanno le diverse fasi della sequenza di tiro, ed i conti cominceranno a tornare anche sotto l’aspetto mentale. In questa fase è bene evitare tiri impegnativi, su targhe piccole a distanze ragguardevoli. La cosa migliore sarebbe cominciare a tirare a cinque, dieci metri, senza preoccuparsi troppo di colpire il centro del bersaglio. Meglio ancora tirare sul paglione nudo, magari da vicino ed ad occhi chiusi, per ricordare meglio le azioni e le sensazioni ad esse correlate. Non sarebbe male effettuare delle riprese con la cinepresa dei tiri ad occhi chiusi, da confrontare poi con quelle eseguite con gli occhi aperti. Questo confronto potrà evidenziare delle incongruenze sulle quali lavorare.
Andando avanti.
Senza avere uno scopo, un obiettivo, ben difficilmente si arriva ad ottenere un risultato: anche nel tiro con l’arco, anche per ogni singola freccia scoccata. Fissare un obiettivo, dare un titolo alla seduta d'allenamento è quindi molto importante. Ma è importante che l’obiettivo prefissato sia ben circostanziato e sicuramente raggiungibile: si deve lavorare solo su di un problema alla volta e prefiggersi l’ottenimento di risultati ragionevoli. Non si deve mai cadere nell'errore di prefissare più obiettivi di lavoro nello stesso tempo o di voler pretendere di diventare immediatamente campioni. Seguire la sequenza di tiro programmata: se vi accorgete improvvisamente di non averne mai avuta una . . . pensateci, e preparatela velocemente, perché in assenza di un programma preciso, dettagliato e ben conosciuto, di arrivare a "...tirare come una macchina...” non se ne parla proprio. Anche in questo caso le riprese video potrebbero essere utili per realizzare quanto la sequenza pianificata, eseguita e "sentita" sia compatibile con la realtà dei fatti.
Mai forzare.
Non si deve mai esagerare nel prefissare un obiettivo e nell’accanirsi nel volerlo raggiungere. È sempre sbagliato. Si deve sempre ricordare che gli obiettivi che ci si prefigge devono essere ragionevoli e fattibili. Non ci si deve staccare dalla realtà con voli pindarici, tutt'altro che costruttivi. Colpire la “X" con questa freccia, registrare un punto in più della gara precedente, acquisire una categoria superiore alla fine della stagione, qualificarsi al campionati italiani (se nella stagione precedente i punteggi erano già abbastanza vicini alla qualificazione) …. Non si vuole dire di “volare basso”, ma di essere graduali e realisti: si arriverà così più lontano di quello che ci si aspetta.
Come in gara?
E' il solito, falso problema. L'allenamento come la gara o la gara come l'allenamento? Bubbole, mi si permetta, un sacco di bubbole. La realtà, a mio modesto avviso, è che ogni freccia andrebbe scoccata con il 110% dell'impegno, sia fisico che mentale. Se infatti ci si prepara già durante l’allenamento a tirare ogni freccia al massimo ci si allenerà meglio e logicamente tutto andrà meglio anche in gara. L'allenamento non deve essere mai una passeggiata. Un allenamento vero è concentrazione, sacrificio, applicazione. Se si vuole arrivare a migliore sé stessi non si deve tirare tanto per tirare, mai! E per sapere quanto si è diventati abili non serve usare le sedute di allenamento, ma la competizione: quella non mente mai.
Ogni volta preparare bene ogni singolo tiro. Rilassarsi e recuperare adeguatamente le energie fra un tiro e l'altro. Se non si ha tempo da perdere non sprecarne altro tirando in tempi e ritmi che non siano quelli della competizione che si sta eseguendo o si sta preparando, almeno per quanto è nelle possibilità del momento. Il replicare le condizioni agonistiche ovviamente implica anche tener conto delle condizioni meteorologiche ed ambientali: ci si deve allenare anche sotto il solleone, la pioggia e con qualsiasi tipo di vento, per rendersi conto di come queste condizioni influenzano il proprio tiro.
Strategie.
Mantenere la concentrazione durante il tiro per un tempo sufficiente. Questo significa anche prendere coscienza e ricordare dove fosse il riferimento di mira al momento del rilascio della freccia. Costruire un data base personale, sul quale annotare i tiri anomali per esecuzione e mira, e l’impatto sul bersaglio delle frecce relative. Si può anche arrivare a registrare in tempo reale le impressioni e l'accaduto, freccia dopo freccia, seduta dopo seduta. Poi, con tutta calma, analizzare il tutto, pianificare le soluzioni che si riterranno più adeguate a tavolino e programmare quindi le future sedute di tiro. Questo è un buon modo per rendersi consapevoli dei propri errori, e anche dei propri successi.
E se non va?
Durante un allenamento stanchezza, malanni di varia natura od altro impediscono la giusta motivazione? Chiudere barocca e burattini e sospendete la seduta. Non ci si può permettere di perdere la concentrazione tirando in fretta ed a caso. Cinquanta frecce scoccate con anima e corpo fanno certo meglio che trecento sparacchiate senza convinzione. E i grandi carichi di lavoro di cui si sente parlare? Avete il tempo per poterli fare? Se non ne avete o se il poter tirare solo saltuariamente non vi permette di allenarvi con la continuità necessaria è meglio lasciar perdere tabelle e numeri "pesanti”. Se non altro è sicuramente più serio.
La gara
Seguendo questi consigli si riuscirà a fare qualche cosa di utile per migliorare ogni volta che si sarà sulla linea di tiro, in allenamento o in gara. Si svolgerà un lavoro che non ha niente a che vedere con le prestazioni degli altri tiratori impegnati nella stessa competizione. Si farà ciò che si sa fare con lo stesso impegno in gara come in allenamento. A poco a poco ci sarà una evoluzione delle proprie capacità agonistiche: ci si saprà trasformare in un essere analitico, astuto, organizzato, preparato e presente a se stesso. La vera e propria macchina da punti che si sognava di essere.
Le macchine però, lo sappiamo bene, si muovono grazie a dei programmi ....voi il vostro lo avete scritto? Ricordate: una gara perfetta nasce da un allenamento perfetto: come certo saprete,
in bocca al giallo


Power tec  del 1999
Restiling  by B.D.M.




1 cambio Cavi e corda
2 cambio alberino camme
3 sincronizzate le camme
4 Tiller
5 allungo
6 potenza
 7 riverniciato
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alcune foto che possono servire per la messa punto del compound




ovviamente queste sono le basi per chi opera in casa  con il materiale ,quali pressa ,macchina per cavi , allinia flettenti ecc,ecc
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ora resta la messa appunto del mirino rest visetta , punto di incocco ecc ecc 
Adesso non vi rimane che  scegliere la freccia 
Buona fortuna 




RIAPRONO I CORSI DI TIRO CON L'ARCO PRESSO GLI ARCIERI ARCO CLUB CAPRI asd  X inform scrivere arcoclubcapriasd@gmail.com  oppure watzap ...