21 aprile 2013

back tension


L’applicazione della back-tension nei diversi casi diversi sganci  

                                                parte I 
Sgancio senza grilletto (Stanislawski, Carter, ecc) – Questi sganci provocano il rilascio quando subiscono una rotazione a causa della tensione della back-tension. È necessario allenarsi bene al loro uso: di solito servono da 6 mesi a 2 anni per padroneggiarli efficacemente. Per agire per effetto della back-tension, devono essere sistemati in modo che siano molto sensibili, altrimenti non riusciranno ad aprirsi col breve movimento del gomito e li si faranno agire muovendo le dita, o ruotando la mano, o il polso (cosa che succede al 99% degli arcieri che usano questo tipo di sgancio). Per evitare il difetto, lo sgancio deve essere impugnato molto profondamente (non sulle dita), formando un pugno, con ancoraggio delle nocche delle dita sotto l’osso mascellare. Importante: si dovrà far partire l’azione col gomito leggermente fuori allineamento (appena a destra) in modo che arrivi all’allineamento perfetto col movimento generato dalla back-tension; se si parte perfettamente allineati, il gomito finirà fuori allineamento, con errori destra – sinistra.
                                                              parte II
Sgancio a pollice – L’errore generalmente fatto con questo sgancio è di sistemarlo in modo che sia molto sensibile alla pressione. Deve richiedere una forza di 1,5 – 3 kg per entrare in funzione, non di soli 1,5 - 3 etti. Deve poter essere pre-caricato con circa il 50% del peso dell’apertura e si deve essere in grado di rilasciare la presa senza problema se si rinuncia al tiro. Si deve avere il polso ben disteso (non piegato né torto). Anche l’avambraccio deve essere ben disteso, in modo che dalla punta del gomito alla punta della freccia tutto sia su di una sola linea. Il grilletto deve essere pre-caricato facendo una sufficiente pressione sul grilletto con la parte mediana del pollice (la punta del dito deve appoggiare sulla cassa dello sgancio) ed il mirino deve essere sul bersaglio prima di affidarsi alla conclusione del tiro e di far partire la back-tension: la pre-carica ed il posizionamento del mirino sul bersaglio devono far parte dell’azione di apertura e dell’ancoraggio. A questo punto rilassare la mano, esercitare una pressione media sulla cassa dello sgancio con la punta del pollice, mantenendo sempre anche la pressione di pre-carica sul grilletto e attivare la back-tension, che farà muovere lentamente il gomito verso l’alto ed all’indietro. Il movimento sarà solo di circa ½ “, ma se la mano è ben rilassata farà perno sulle nocche e spingerà la parte mediana del pollice in modo naturale verso il centro della mano, aprendo lo sgancio in 3 – 4 secondi. Il tutto avverrà naturalmente, perché non si dovrà pensare al movimento della mano e del pollice stesso.
                                               parte III
Sgancio ad indice 
   Anche questo grilletto non deve essere sistemato in modo da essere troppo sensibile al comando (vedi quanto detto per lo sgancio a pollice). Lo sgancio deve adattarsi perfettamente alla mano, e nel suo uso si devono tenere presenti le seguenti indicazioni:
1.      Al completo allungo il grilletto deve essere esattamente nella prima giuntura del dito, non nella seconda. Il polpastrello non deve toccare il grilletto.
2.      Non deve essere possibile avvolgere troppo a fondo il dito attorno al grilletto: la punta del dito non deve essere rivolta all’indietro, verso il punto di ancoraggio, ma verso il basso.
3.      Si deve eseguire la trazione di apertura dell’arco con una imbracatura legata al polso, non impugnando il corpo dello sgancio. Alla completa apertura, quando si è pronti per far partire la back-tension, si deve sentire solo il contatto della cinghia sul polso e del dito sul grilletto.
4.      La punta del dito, passando sopra il grilletto, dovrà puntare verso il basso. Questo farà sì che ci sia una pressione di pre-carica sul grilletto stesso quando si allungherà il dito in modo che la prima articolazione arrivi su di esso. La parte del dito verso il palmo formerà un arco piatto, perché sarà leggermente più avanzata delle altre dita. Fra il gomito e la prima giuntura del dito al grilletto tutto dovrà essere ben rilassato.
5.      Il polso dovrà essere diritto, senza curvatura e senza formare gobbe. La punta del gomito ed il dito al grilletto devono giacere su di una stessa linea retta.
6.      Non mettere il pollice dietro la nuca. Questo comporta una torsione del polso, che non deve esistere.
7.      Il grilletto deve essere sistemato in modo tale da non avere alcun gioco e come detto non deve essere troppo sensibile: per farlo funzionare dovrebbe essere necessaria la potenza di 1,5 – 2 kg o più. Non usare uno sgancio troppo sensibile. Posizionare il dito il più possibile verso il corpo dello sgancio (così la leva del grilletto è minore, quindi il grilletto è meno sensibile). Alla completa apertura, con dita, mano, polso ed avambraccio esattamente in posizione, eseguire la pre-carica dello sgancio. Così, facendo partire la back-tension il gomito sarà trascinato indietro e la mano, ben rilassata, cercherà di scivolare fuori dalla cinghia che trattiene lo sgancio al polso. Questo farà sì che l’indice trascini il grilletto all’indietro, provocando il rilascio. Questo avverrà solo se la mano è ben rilassata e se la pre-carica sul grilletto è stata fatta per circa il 50% del peso necessario all’apertura: in caso contrario si trascinerà solo all’indietro la freccia, senza effettuare lo sgancio.Attenzione. Se lo sgancio avverrà dopo soli 1 – 2 secondi, si sarà eseguita una pre-carica troppo forte; se avverrà dopo più di 5 – 6 secondi, la pre-carica sarà stata troppo leggera. Lo sgancio deve avvenire dopo 3 – 5 secondi (l’ottimo è dopo 4 secondi)..
─      Rilascio con le dita – Perché il rilascio con la back-tension funzioni bene anche in questo caso occorre che il dorso della mano sia perfettamente piatto, rilassato, allungato. La corda deve essere afferrata con una presa profonda, non sulla punta delle dita.

Buon lavoro BY B.D.M.






18 aprile 2013


Finanziamenti delle Associazioni Sportive

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Categoria principale: Enti no profit
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Le associazioni sportive dilettantistiche  recuperano i fondi per finanziare la loro attività in vari modi:
1) la quota di iscrizione, annualmente conferita dai soci all'associazione, necessaria per fare parte dell'associazione e per avere diritto di voto nell'assemblea ;
2) eventuali contributi ulteriori, richiesti ai soci dal consiglio direttivo dell'associazione, per fare fronte ai costi di gestione;
3) le donazioni, effettuate dai soci o da terzi, o eventuali contributi di comuni, province, regioni, enti pubblici ecc....;
4) i corrispettivi versati dai soci per partecipare a determinate attività organizzate dall'associazione, come corsi sportivi, pratici o teorici, e attività connesse alla pratica sportiva, come preparazione atletica, uso di palestre, massaggi ecc.... In tal caso, le somme ricavate vengono considerate non imponibili solo se lo statuto rispetta i principi fissati dalla legge;
5) i corrispettivi ricavati dall'attività commerciale organizzata dall'associazione, cioè i proventi ricavati da corsi sportivi verso terzi non soci, affitto di attrezzature e impianti a terzi non soci, proventi derivanti da gare, pubblicità, sponsorizzazione. 
6) i fondi derivanti dal 5 x mille, se l'associazione sportiva svolge attività a favore di giovani, anziani o soggetti svantaggiati.
7) quanto ricavato da raccolte pubbliche di denaro, che possono essere organizzate saltuariamente durante l'anno.
I fondi raccolti andranno depositati nel c\c intestato all'associazione, che solitamente è gestito dal presidente e dal tesoriere.
E' importante ricordare che tutto il denaro raccolto andrà utilizzato per la promozione dell'attività sportiva svolta dalla ASD.
E' inoltre necessario ricordare che i soci non potranno prendere senza giustificazione dei fondi dal c\c della ASD. Infatti, ai soci  sono riconosciuti dei corrispettivi  solo come rimborsi spesa o compensi per l'attività di istruttore sportivo, servizi di segreteria, manutentore, arbitro ecc....


17 aprile 2013

Arco scuola Compound 
browning con let off 70%
allungo regolabile da 21 /30
ottimo per addestramento 
ragazzi 
bay B.D.M.

12 aprile 2013



Obbligo di installazione defibrillatore semiautomatico per le associazione sportive

defibrillatore semiautomatico segnaletica
Segnaletica presenza DAE
Il 5 settembre il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto Decreto Balduzzi, che contiene disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute. Vengono così introdotte severe regole per il divieto di vendita di tabacchi ai minori di 18 anni, norme per limitare l’incidenza delle ludopatie (malattie legate al gioco), maggiori controlli per lo svolgimento delle attività sportive e altro ancora.
In particolare per ciò che riguarda l’attività sportiva il  decreto impone l’obbligo di certificazioni mediche per chi svolge un’attività sportiva non agonistica o amatoriale, in più diventano necessari controlli sanitari sui praticanti e le associazioni sportive dovranno dotarsi di defibrillatore semiautomatico e altri dispositivi indispensabili per gli interventi di primo soccorso.
Il defibrillatore semiautomatico, DAE (Defibrillatore Automatico Esterno), è composto da una scatola di dimensioni variabili, al cui interno si trovano i due elettrodi e un kit di rasatura per togliere i possibili peli presenti sul petto della vittima. Per il suo utilizzo è necessaria unaformazione specifica per gli addetti al primo soccorso. Tale formazione deve essere somministrata da personale qualificato sotto la responsabilità di un medico; gli addetti dovranno seguire un corso teorico e pratico e infine sottoporsi a una prova pratica che ne testimoni le capacità di utilizzo. Il programma prevede:
  • metodi di rianimazione cardiopolmonare di base (in accordo con le linee guida internazionali);
  • finalità  della defibrillazione  precoce,
  • elementi  fondamentali  di funzionalità cardiaca,
  • pericoli e precauzioni per i pazienti e per  il  personale,
  • presentazione e descrizione dell’apparecchio,
  • alimentazione,
  • uso  e manutenzione,
  • modalità di messa in opera e  dimostrazione  da  parte del formatore;
  • messa  in  opera  sul manichino della sequenza di rianimazione cardiopolmonare defibrillazione semiautomatica,
  • raccolta  dei  dati  registrati e analisi dell’intervento.

10 aprile 2013

Riflessioni per l'educatore sportivo/allenatore/tecnico


Lo sport è gioco, movimento, salute, voglia di vincere. è amicizia, impegno, sfida e solidarietà. è anche fatica, senso del dovere, sconfitta, frustrazione. e autrici analizzano tutti questi elementi recuperando e sviluppando la visione dello sport come esperienza straordinaria per lo sviluppo dell'individuo. La pratica sportiva infatti può aiutare la formazione di una personalità sana, forte, capace di costruire nel tempo, di attendere i risultati, di non cedere di fronte ai momenti di crisi, di condividere con altri la gioia e la tristezza. Proprio per tutti questi motivi lo sport è un fattore di protezione rispetto al disagio giovanile, alla devianza, alla tossicodipendenza. In adolescenza, quando le figure genitoriali vengono facilmente criticate, l'allenatore sportivo può diventare un adulto di riferimento, e il giovane atleta si aspetta da lui comprensione e sostegno anche per problematiche non strettamente connesse con la disciplina sportiva. è necessario che "l'educatore sportivo" sia quindi consapevole dell'importanza che la sua persona riveste nella vita dell'atleta adolescente, nella formazione del suo carattere, nella sua permanenza all'interno del gruppo, nel promuovere l'autostima e il benessere psicologico e sociale.
"Da premettere che non sempre si riesce"

7 aprile 2013

Attività Giovanile punto e basta




Oggi si sottolinea molto il valore
educativo dello sport ma si scivola
molto sulla retorica di ciò che è
educativo.

È vero, penso che si possa sterzare dal
punto di vista culturale con il costante
impegno quotidiano di ognuno (penso a chi
vive l’esperienza di dirigente sportivo in
parrocchia o in qualsiasi società sportiva)
è un lavoro immenso e faticoso quanto lo
è fare l’amministratore o il politico. Anche
il ruolo del dirigente sportivo e del tecnico
è un ruolo di grande rilevanza che spesso
viene trascurato, e allora la formazione in
questo senso andrebbe fatta con grande
convinzione. Non soltanto la formazione sulla
tecnica di gioco di un determinato sport ma la
formazione su tutti quelli che sono i principi,
i valori, gli obiettivi che una federazione
si dovrebbe porre. Se fossimo in grado di
riformare in questo senso: la federazione
individua per ogni categoria degli obiettivi
tecnici ma anche degli obiettivi parzialmente
morali, dato che nessuno ne parla. Uno
dei problemi è l’esasperare il risultato
dell’adolescente, illudendolo o forzando la
mano, chiedendo sforzi fisici troppo pesanti,
troppo presto: uno sforzo che logora anche la
gioia e il divertimento del gesto atletico. Lo
sforzo massimo atletico va compiuto quando
l’uomo è adulto e formato fisicamente e
l’individuo in ogni disciplina va tutelato nella
sua crescita fisiologica.
Questo è un tema sul quale il comitato
olimpico e le federazioni devono lavorare in
maniera più incisiva, consapevoli che è difficile
e che richiede tempistiche molto lunghe.

5 aprile 2013

Concluso il secondo step di tiro con l'arco all'istituto Ippolito Nievo





Concluso il secondo step di tiro con l'arco con le  scuole medie I. Nievo organizzato dall'assessore allo sport in collaborazione con L'Arco Club Capri

Oggi 04 aprile si è parlato delle varie  tipologie di gare che offre il tiro con l'arco , tecnica di tiro Olimpico e Compound, simulazioni di tiro compound con Ramona Vinaccia, Olimpico con Francesca Maggipinto, Arco nudo kevin Di Stefano , poi si è passato alle prove di tiro con i ragazzi.

Due ore molto intense con grande interessamento da parte dei ragazzi .

RIAPRONO I CORSI DI TIRO CON L'ARCO PRESSO GLI ARCIERI ARCO CLUB CAPRI asd  X inform scrivere arcoclubcapriasd@gmail.com  oppure watzap ...