9 marzo 2013

Vecchi ricordi 3d Capri


Cesare Ottaviano Augusto e Tiberio avevano visto giusto. L’isola che vedevano sporgendosi dalla penisola sorrentina, di origine calcarea e con ripide pareti scoscese a
strapiombo sul mare, offriva delle bellezze naturali incomparabili. Non a caso l’imperatore Tiberio elesse la
vecchia “Caprae” a propria dimora per dieci anni. E per
il 3DI, disciplina che raggiunge i propri apici di godimento all’aria aperta in scenari boschivi più o meno intricati, non poteva esserci migliore collocazione.
Due giorni spettacolari, con un paesaggio mozzafiato e
il sole a farla da padrone; un percorso breve all’interno
di una fantastica macchia mediterranea con alcune piazzole davvero intriganti; la segreteria organizzativa allestita tra sedie e tavolini di bambù ed ombrelloni parasole,
a pochi metri dal prato verde dei tiri di prova. Davanti a
tutto questo, il faro di Capri a Punta Carena, il secondo
più importante del mediterraneo dopo quello di Genova, nella penisola di Limmo. E mentre all’interno gli arcieri completavano le 20 piazzole del percorso, pochi
metri più sotto i bambini facevano il bagno lanciandosi
dagli scogli, accompagnando con il loro vociare le stampe dei risultati. Un’atmosfera quasi irreale per una gara
di tiro con l’arco.
Questo è in poche parole quello che è successo grazie
soprattutto all’impegno di una società giovanissima, l’Arco Club Capri, che ha veramente dato il massimo pur di
offrire un servizio degno dell’occasione, conscia dei limiti dettati dall’isola: in primis l’impossibilità di sbarcare in
periodo estivo con un mezzo proprio. Poi le strettissime
strade all’interno delle quali tassisti e autisti di autobus
compiono piroette da trapezista, sfiorandosi letteralmente con disinvoltura inaudita ed incredibile naturalezza.
Per finire, gli enormi cambi di pendenza tra una zona e
l’altra. E, come se non bastasse, la concomitanza con il
Premio San Michele, quindi l’arrivo nell’isola del Presidente del Consiglio accompagnato da uno stuolo di forze dell’ordine.
Tutto questo era a Capri tra il 30 settembre ed il 1° ottobre: quale migliore cornice per una specialità che sta cercando di crescere? Con certe premesse era logico che
volessero essere presenti i maggiori rappresentanti della
COPPA ITALIA 3DI
DI GIGGI CARTONI
Punto e a Capri!

7 marzo 2013

Occhio dominante

Salve in questo post voglio parlarvi di una cosa molto importante ,che spesso viene trascurata 

Come è importante l'occhio dominante per il tiro istintivo
Non è così semplice! Statisticamente i mancini sono molti di più di quanto si creda, ma molti di essi sono stati obbligati da piccoli ad usare la destra ed ora, da adulti, credono di essere destri anche se in realtà restano mancini sotto molteplici aspetti.
Ad esempio, se eravate mancini, una cosa che non sono certo riusciti a cambiarvi è l'occhio dominante, l'occhio, cioè, i cui segnali vengono ritenuti predominanti dal nostro cervello nell'analisi dello spazio.
Altri invece sono veri destri di mano ma, comunque mancini di occhio, in questo caso si parla di LATERALITA' INCROCIATE.
Per costruire correttamente il tiro istintivo è necessario che la cocca venga agganciata sotto l'occhio dominante (tutti e due gli occhi aperti). Facendo diversamente avremo un grosso handicap che ci accompagnerà per sempre e non ci permetterà di esprimere completamente le nostre capacità.
Con i principianti consiglio di cominciare subito con la mano giusta, se siete arcieri già da un po' di tempo potrà risultare un trauma invertire il vostro stile di tiro e cambiare arco, ma dopo pochi mesi i vostri risultati miglioreranno sensibilmente.
Ora passiamo alla fase più importante: scegliete un punto qualsiasi e, tenendo le mani tese incrociate davanti a voi in modo da formare un buco, puntate quel punto attraverso il buco con tutti e due gli occhi aperti; istintivamente userete l'occhio dominante per vedere l'oggetto e chiudendo alternativamente gli occhi, senza spostarvi, potrete scoprire qual'è.



In bocca al giallo by BDM



6 marzo 2013

La nostra palestra attrezzata






La nostra palestra è attrezzata di tutto dagli archi scuola olimpico al compound
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Nuova Area Fitness


5 marzo 2013

Nove punti essenziali per chi tira Compound
di Gigi Vella 

1)Posizionamento
2)Incocco
3)Settaggio
4)Pre Trazione
5)Trazione
6)Ancoraggio
7)Mira
8)Rilascio
9)Follow trough
Imparare la sequenza base.
Naturalmente la prima cosa da fare sarà quella di memorizzare questi nove punti per poterli poi
richiamare con facilità ed agio. Una volta imparati, sarà anche relativamente semplice passare ad
una visualizzazione che veda noi stessi eseguirli, ovviamente nel corretto ordine, focalizzandoci
inoltre , punto per punto sui dettagli esecutivi ad essi correlati. E quindi, di nuovo:
1) Posizionamento: Visualizzatevi mentre assumete la corretta postura rispetto al bersaglio sulla
linea di tiro.
2)Incocco: Visualizzatevi mentre sfilate la freccia dalla faretra e quindi la fate scivolare sul rest per
poi incoccarla .
3)Settaggio: Visualizzatevi mentre assestate la mano sulla grip, agganciate il rilascio al loop ( o
avvolgete il cordino) ed applicate una piccola pre trazione alla corda.
4)Pre Trazione: Visualizzatevi mentre alzate il braccio dell’arco già disteso sino al livello che ben
conoscete mantenendo la piccola pre trazione applicata in precedenza.
5)Trazione: Visualizzate la freccia che indietreggia grazie alla vostra trazione sino al raggiungimento
del massimo allungo e oltre, quasi a voler forzare leggermente il muro.
6)Ancoraggio: Visualizzate le nocche della vostra mano dello sgancio nella zona mascellare idonea.
Realizzate l’adeguatezza della presa ed il contatto con il trigger quando presente. Sentite il contatto
della corda a lato della bocca e quindi sulla punta del naso. Immaginate la collimazione diottra /
peep.
7)Mira: Visualizzatevi mentre raggiungete la stabilità desiderata mente il dot di mira si allinea
naturalmente al centro del bersaglio fluttuando nella zona d’interesse in maniera controllata ed
utile.
8)Rilascio: Visualizzate il dot di mira centrato nella zona d’impatto desiderata mentre incrementate
gradualmente la tensione dorsale o mettete in atto la vostra progressiva azione di sgancio sino allo
scocco.
9)Follow Trough: Visualizzate la reazione dell’arco al rilascio mentre il braccio dell’arco mantiene la
linea di mira e quello di trazione scatta in direzione opposta. Il tutto sino a che la freccia non
impatta sulla targa nel punto focalizzato.
Una volta riusciti, nei tempi adeguati, a memorizzare e visualizzare l’intero processo così come
descritto sarete finalmente in grado di passare all’applicazione della sequenza al tiro vero e
proprio. Ricordate: tanto più tempo spenderete in una visualizzazione precisa, dettagliata e fedele,
più facile sarà che la “grammatica” , diventi “pratica”.

In bocca al giallo By BDM



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