5 novembre 2013

Il più antico degli sport moderni

Il tiro con l’arco è uno sport di nicchia che appassiona una discreta parte della popolazione, poiché i costi dell’attrezzatura non sono sempre abbordabili ma principalmente perché richiede grande tecnica e concentrazione
. In questa guida parleremo di  tecniche base di mira rilascio con l’arco. Come prima cosa il tiratore, posto sulla linea di tiro, deve prendere atto dell’ambiente circostante, del suo obbiettivo e deve mettere il suo arco in posizione tale da diventare un tutt’uno con il suo corpo. La presa deve essere quanto più naturale possibile, con la mano sempre morbida e le dita in posizione tale da accompagnare le corde in maniera quasi spontanea. L’arco deve reagire in maniera naturale senza perturbazioni o forzature di nessun tipo. I piedi ed il resto del corpo devono essere posizionati in modo tale da garantire stabilità. Fondamentale è il braccio che mette in relazione il tiratore con l’arco a tal punto da essere quasi considerato una parte dell’arco stesso e deve essere perfettamente allineato con esso. Della stessa importanza è la spalla, che costituisce il perno di equilibrio e che deve assumere una posizione quanto più naturale possibile, proporzionata alla propria forza e alla natura del proprio arco. Assunta la corretta posizione si può passare alla fase di apertura dell’arco, tendendolo con tutti i muscoli alti, inclusi i dorsali e i deltoidi, ed a ancoraggio raggiunto, utilizzarlo per prendere la mira. Le dita devono essere collocate sulla corda in maniera stabile e precisa e la loro posizione deve essere la stessa dalla fase di trazione fino a quella del rilascio finale.
La posizione di ancoraggio finale deve essere tale da poter materializzare una linea immaginaria che dall’occhio arrivi fino al bersaglio attraverso il mirino. Per mirare al meglio non è necessario cercare un punto preciso ma bisogna mirare ad una zona. La fase di mira deve comportare un attimo di concentrazione e precisione ma si deve sviluppare in un breve lasso temporale: oltrepassati i sei secondi l’occhio inizia a perdere dettagli importanti per una corretta mira, ecco perché si deve agire entro questo lasso temporale. Presa la corretta posizione, teso l’arco e messa a fuoco la mira si può rilasciare la corda che lancerà la freccia verso il bersaglio. In pochi attimi si deve essere capaci di riprendere il coordinamento naturale inziale e la mira per ritendere l’arco e riscoccare le frecce successive nella stessa maniera della prima, il tutto coordinato con una corretta respirazione.
Per questi motivi il tiro con l’arco richiede forza, precisione ma soprattutto un ottimale stato psicologico che si raggiunge con molti anni di allenamento, per entrare in uno stato mentale che permetta di avere sempre a fuoco l’obbiettivo e di diventare un tutt’uno con il proprio arco in ogni tiro senza perdere la concentrazione e l’armonia, chi non sente questa sensazione  difficilmente arriva al  perfezionamento,  abbandonando il percorso molto prima di arrivare al traguardo  !!!
buona fortuna by B.D.M.

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